mercoledì 24 novembre 2010

Giornata mondiale dei bimbi

Probabilmente sono un pò in ritardo nel postare questo post, ma ho avuto esami durante la settimana quindi non sono entrata :(

il 20 novembre è stata la giornata mondiale dei nostri pupi, qui di sotto posto un testo che ne parla (da notare che è stato scritto il giorno stesso della festa).

" Si festeggia oggi l’anniversario della carta dei Dirittti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il 20 novembre del 1989, infatti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha promulgato la Convenzione dei Diritti, il Trattato più ratificato nella Storia dell’umanità. In Italia è diventato Legge (la 176/91) 19 anni fa. L’adesione al trattato ha trasformato i diritti di bambini e ragazzi in obbligo legale, oltre che morale.
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza è una delle parti fondamentali della Dichiarazione dei Diritti Umani. Tutelare i bambini e gli adolescenti significia tutelare il loro futuro. Questa giornata vuole quindi essere un momento di riflessione, privata e istituzionale, su quanto si sta facendo e quanto resta ancora da fare per trasferire questi diritti dalla carta alla vita reale.
Alla base dell’anniversario di domani c’è anche una ricerca durata 13 anni e presentata nel libro:‘Infanzia da difendere. A tutela dei diritti dei bambini’ di Carletta Viotto. Il testo è stato presentato per la prima volta il 23.06.2008 presso la Camera dei Deputati e richiama l’attenzione sulle tante violenze che l’Infanzia subisce quotidianamente. Lo scopo è spingere gli adulti  a tutelare i più piccoli da ogni sopruso, dando loro la possibilità di preparare con serenità il loro domani.
Diritto alla casa, a una famiglia, all’istruzione, alle cure sanitarie: questi sono solo alcuni dei punti più importanti su cui occorre lavorare. Recentemente, lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha posto l’accento sulla necessità di considerare pripritari i diritti dei minori. Persino le autorità religiose, il Papa in primis, esprimono preoccupazione per la situazione attuale di crisi, economica e sociale, in cui versano molte famiglie.
C’è da sperare che questa giornata possa simbolicamente rappresentare un nuovo inizio per il corso della politica, con una maggiore attenzione alle necessità dei più piccoli (che, in quanto “non votanti”, spesso vengono assai poco considerati). "


Un altra cosa carina che volevo sottolineare è quello che è avvenuto nello spazio del web ormai più gettonato tra i ragazzi ossia FACEBOOK, anche li è stata ricordata questa giornata cambiando le solite foto del profilo con immagini di cartoni animati.



sabato 13 novembre 2010

Quale è l'età giusta per diventare mamma?

Mi sono sempre posta una domanda è meglio concepire un bebè a 20 anni, quando si è nel pieno delle forze? O è meglio aspettare i 40 anni, quando ormai la carriera è sistemata’e si è raggiunta una maggiore maturità e consapevolezza?O forse trovare una via di mezzo?
Ho trovato un articolo su “nostro figlio” che parlava proprio di questo assieme a Enzo Esposito, responsabile della Sezione di Ostetricia dell’Ospedale di Lugo (RA) e past-president dell’Associazione Scientifica Andria (un'associazione che si occupa di tutela della maternità) e ho voluto portare qui un pezzo del contenuto

20 anni: più incoscienza e meno paure
La gravidanza è un fatto del tutto personale ed ogni donna dovrebbe sentirsi libera di decidere quando mettere al mondo un figlio, disse Frédérick Leboyer, ginecologo francese considerato il precursore del metodo del cosiddetto parto dolce
A 20 anni l’attesa di un bebè viene affrontata in genere con una certa incoscienza, inconsapevoli dei cambiamenti che l’arrivo di un bambino porterà nella propria vita: un atteggiamento che può essere positivo, poiché consente di vivere i nove mesi con più gioia e spensieratezza, senza farsi assillare da ansie eccessive.
D’altro canto, la donna si trova a diventare mamma in un’età in cui si sente ancora figlia, e questo potrebbe disorientarla e farla sentire impreparata ad assumersi le responsabilità che una maternità comporta. Spesso però in questa fase si può contare ancora su una nonna giovane e in forze, propensa ad accollarsi parte dell’accudimento del bebè!

30 anni: una scelta ragionata
A 30 anni di solito la scelta è stata ben calibrata, tra le esigenze professionali e il desiderio di realizzarsi come mamma. Proprio perché è stata una scelta ragionata, la donna vorrebbe che tutto fosse perfetto e questo la può portare a caricare di ansie eccessive l’evento della maternità. In più, possono aggiungersi timori per gli scombussolamenti che un bebè porterà inevitabilmente nella vita quotidiana, finora così ‘organizzata’ e libera da condizionamenti.
A 30 anni, però, la coppia si rende conto di poter anche rinunciare ad alcune libertà che prima sembravano irrinunciabili, come le serate in discoteca con gli amici o i viaggi (che però, con certi criteri, si possono fare ancora tranquillamente!) ed affronta entusiasta la lieta novità.

40 anni: ogni momento diventa speciale
A 40 anni l'investimento emotivo della donna è maggiore rispetto a una ragazza di vent'anni che ha tutta la vita per provare ad avere bambini. A quest’età probabilmente la maternità viene ‘assaporata’ di più: di solito si tratta di una gravidanza desiderata, magari dopo aver atteso per lungo tempo, quindi ogni attimo viene vissuto come speciale, proprio perché si sa che forse non ve ne saranno altri.
Dal punto di vista professionale, la donna ha ormai raggiunto alcuni punti fermi e può concedersi di dedicarsi finalmente a se stessa. Diventare mamma a 40 anni, infine, può dare alla donna una carica ed un’energia che credeva perdute, farla sentire ringiovanita, ‘coetanea’ di tante mammine che hanno almeno 10-15 anni meno di lei.

“Naturalmente stiamo facendo delle generalizzazioni e ogni donna può vivere questo periodo con uno stato d’animo tutto suo, a prescindere dall’età in cui il lieto evento si verifica” commenta Esposito. “Un ruolo importante infatti giocano fattori sociali, culturali, economici e il vissuto familiare. Ma soprattutto conta la maturità della coppia: un figlio si fa in due, e se la coppia è solida ed entrambi si sentono pronti ad accogliere l’arrivo di un bebè, ogni età è quella giusta”.

Voi cosa ne pensate? Secondo me l'età giusta è quando la donna si sente pronta e quando sa di avere le possibilità economiche per potere mantenere il nuovo arrivato.

venerdì 5 novembre 2010

Benvenute/i

Benvenute/i
Questo blog è nato da un lavoro per l'università che poteva affrontare vari argomenti, io ho deciso di soffermarmi sul dono più bello che la vita può darti:un bambino e quindi sulla la gioia di diventare mamma.
Io mi chiamo Francesca e studio per diventare educatrice al nido.
Spero di passare un bel periodo in vosta compagnia, ogni intervento è ben accetto io penso che le sfaccettature che ogni persona ha aiutano ad arricchirci